La media education nasce in Inghilterra quando diventa un movimento non solo pedagogico, ma anche politico, che si prefigge come compito l’integrazione curricolare dei media nella scuola. Nel 1973, nel documento del Conseil International du Cinèma et de la television essa viene delineata, in modo ufficiale, come “lo studio, l’insegnamento e l’apprendimento dei moderni mezzi di comunicazione ed espressione considerati come specifica e autonoma disciplina nell’ambito della teoria e della pratica pedagogica, in opposizione all’uso di questi mezzi come sussidi didattici per le aree consuete del sapere, come ad esempio la matematica, le scienze e la geografia.”1 Genericamente parlando, la media education intende analizzare l’odierna cultura mass-mediale e portare gli studenti ad un’interazione più attivamente critica con essa; tale insegnamento sottopone all’attenzione degli studenti domande sul rapporto tra realtà e rappresentazione della realtà, tra i media come industria e la società in generale, tra cultura e potere, tra i valori di democrazia, pluralismo e solidarietà ed interessi particolaristici, tra senso etico-politico e consumismo. L’obiettivo principale che si prefigge la ME è, secondo Masterman, “l’accrescimento della comprensione dei media da parte degli studenti, del modo in cui funzionano e nell’interesse di chi, di come sono organizzati, di come producono significato, di come rappresentano la realtà, di come queste loro rappresentazioni vengono interpretate e da chi.” Quindi l’obiettivo su cui si impronta la materia è la conoscenza dei sistemi di comunicazione di massa in tutti i suoi aspetti, dalla produzione al consumo. La ME deve accorciare il gap tra l’industria dei media e i suoi utenti, essa, infatti, permette di individuare la non trasparenza dei media e la loro capacità di ri-presentazione della realtà, si occupa non di discriminare i media, ma di comprenderli acquisendo autonomia critica attraverso l’investigazione e la ricerca; gli alunni sono spinti e invogliati a farsi domande sull’origine e la fonte delle rappresentazioni, sui fattori determinanti di tipo economico e politico e sulle tecniche utilizza te per produrre significati. Si cerca di sviluppare nei ragazzi non solo una comprensione e una coscienza più o meno vigili, ma anche e soprattutto la ricerca di autonomia critica, che accompagni il soggetto nel processo di apprendimento e gli permetta di partecipare alla vita della società.
Secondo Masterman i temi fondamentali su cui si deve concentrare la media education sono:
1) I condizionamenti, si deve cercare di insegnare ai ragazzi a riconoscere i condizionamenti dei programmi televisivi.
2) I linguaggi, per una maggiore comprensione dei programmi si studiano le tecniche usate dai produttori nella costruzione dei programmi.
3) L’ideologia, si delinea l’abilità di coloro che controllano la capacità dei media di elargire opinioni e ideologie proprie.
4) I ricettori, attualmente si è sentita la necessità di concentrare studi e ricerche sull’audience, in quanto negoziatrice di significati.
LINK:
http://www.fidae.it/AreaLibera/AreeTematiche/Educazioni/Multimediale/M.%20Castellano,%20Teoria%20e%20pratica%20nell%27educazione%20mass-mediale.pdf