L’educazione sia come educare (allevare, nutrire, far crescere) sia come educere (trarre fuori, condurre, guidare qualcuno) è un processo che permette alla persona di riconoscere se stessa e di compiersi.
Riguarda tutte le sue dimensioni: corpo e mente, cuore e mani, azioni e comportamenti. Implica una relazione interpersonale asimmetrica tra chi educa e chi è educato, volta a permettere la manifestazione dell’autonomia, della responsabilità e della libertà, al massimo livello possibile, delle persone coinvolte.
Questo numero di «Formazione, lavoro, persona» dal titolo La sfida dell’educazione alla “cultura” dei media e delle nuove tecnologie pubblica un insieme di saggi che riflettono sulle modalità attraverso le quali l’educazione può interrogare e “utilizzare” le nuove tecnologie per progettare percorsi formativi che riescano a valorizzare l’integralità dell’essere umano. Partendo dalla consapevolezza che non è sufficiente il semplice utilizzo di strumenti informatici nelle scuole o nelle pratiche formative per migliorare la relazione educativa e che la frequentazione dei social network non costituisce in sé un processo educativo, si è cercato di analizzare le possibilità, positive e negative, che l’uso delle nuove tecnologie possono generare attraverso due prospettive. La prima indaga alcune sperimentazioni concrete che riguardano l’e-learning per promuovere reali processi educativi, mentre la seconda interroga i problemi e pistemologici relativi all’utilizzo delle nuove tecnologie in ambito educativo, anche attraverso un dialogo approfondito con le categorie classiche del sapere pedagogico.
Il saggio che apre il numero Formarsi nei media: nuovi scenari per la formazione dei maestri in una società digitale scritto da Calvani, Biagioli, Maltinti, Menichetti e Micheletta si occupa di un ambito applicativo specifico della video-educazione, che viene agevolata anche dalla digitalizzazione e da una facile condiv isione in Rete. L’articolo interroga il tema della video-educazione come possibile fattore di arricchimento all’interno dei percorsi professionalizzanti dei docenti in formazione, a pa rtire da una sperimentazione concreta attualmente in corso nel tirocinio di Scienze della Formazione Primaria dell’Università di Firenze. Anche lo scritto di Pignalberi Formazione e pratica riflessiva nella scuola: riflessioni ai margini di una cultura del cambiamento riflette sui processi formativi che utilizzano la Rete e le tecnologie e sul loro impatto in termini di apprendimento e di acquisizione di competenze comunicative e sociali, a partire da uno specifico progetto di ricerca europeo, al quale ha partecipato anche il Centro di Ricerca CEFORC ‘Formazione Continua & Comunicazione’ del Dipartimento di Studi di Scienze della Formazione di Roma TRE.
Il contributo di Zinant I nuovi media come possibili strumenti di «alfabetizzazione» per i tempi moderni percorre una direzione più teorica e propone un’ipotesi di ricerca che individua nelle nuove tecnologie gli strumenti idonei per avviare processi di alfabetizzazione moderni, in grado di cogliere i cambiamenti avvenuti nella società contemporanea, senza per questo dimenticare i benefici e gli insegnamenti della precedente. Per fare questo, l’autrice dialoga in modo approfondito con il pensiero di Paulo Freire che, tra i primi, ha interpretato il concetto di alfabetizzazione come processo di coscientizzazione. In modo analogo, anche i saggi di Potestio e Zoletto riflettono sulle potenzialità delle nuove tecnologie attraverso un confronto con la tradizione pedagogica.
Potestio in La relazione educativa tra tradizione e nuove tecnologie affronta il tema delle possibili modificazioni che nell’e-learning avvengo no nel legame tra maestro e allievo. Partendo da alcuni spunti teorici presenti nell’Émile di Rousseau, indaga su come l’integralità, l’autonomia e l’intenzionalità personale possano essere valorizzate all’interno delle prassi educative che utilizzano le nuove tecnologie.
Zoletto in Contesti educativi non formali e pratiche culturali tecnologicamente mediate. Linee di ricerca pedagogica interculturale, attraverso l’analisi dei contesti educativi extra scolastici mediati dalle nuove tecnologie, rileva il ruolo significativo e ambivalente per la formazione dei figli e delle figlie dei migranti dei contesti non formali e ne mette in evidenza alcune possibili valenze educative interculturali per promuovere «forme di interazione e co-appartenenza comuni a tutti coloro che si formano entro determinati contesti extrascolastici, siano essi giovani figli di genitori italiani o figli di genitori migranti» L’articolo di Pecorari Trasformazione della Rete e opportunità della scuola sottolinea il ruolo delle nuove tecnologie all’interno delle dinamiche scolastiche e propone alcuni possibili percorsi didattici utili per gli insegnanti. Rega, invece, in Persona umana e tecnologia informatica.
Creazione di senso e gestione razionale dei processi multimediali mette in evidenza anche gli aspetti più problematici dell’uso delle nuove tecnologie in ambito educativo, che devono essere considerati e sorvegliati dalla riflessione pedagogica. Il numero monografico si conclude con i contributi di Aglieri Questioni di media education: il contributo di Cesare Scurati nella pa gine di «Intermed», che costituisce una preziosa testimonianza sul ruolo che il pedagogista italiano, scomparso il 19 Maggio 2011, ha avuto nell’Associazione nazionale per l’educazio ne ai media e alla comunicazione (Med); di Magni Primi spunti sul difficile rapporto tra media e istruzione in Italia, che affronta l’annoso problema del modo in cui i media riflettono e divulgano i temi educativi e scolastici e di Thompson Effect of technology K 12 student achievement beyond academic success, che riflette sul ruolo delle nuove tecnologie nei percorsi di formazione degli studenti statunitensi. Come consuetudine, la sezione Recensioni raccoglie alcune proposte di lettura su temi educativi.